I LOVE Sicilia ottobre 2014
Dott. Nuccio Mula,professore presso ACCADEMIA DI BELLE ARTI "MICHELANGELO" AGRIGENTO e Dottore in arti visive e discipline dello spettacolo, per la sua recensione del film breve
La moglie sola:
Interpretazione intensa e professionale in un video che si distingue anche per l'ottima alternanza tra immagini in movimento (e a colori) ed immagini fisse (in b / n) validamente assemblate nel montaggio per esiti di continuità visuale e concettuale
CINEMAITALIANO.INFO
Premi alla Carriera ad Emanuela Mulè e Giuseppe Moschella
15/09/2009, 16:35
Giuseppe Moschella
ed Emanuela Mulè
L'attrice Emanuela Mulè
(motivazione: "operando fra cinema, teatro e televisione ha subito
mostrato le sue inclinazioni artistiche con l'indubbia capacità di percepire e
aderire al ruolo e alle vicende dei personaggi a lei affidati").e
l'attore e regista Giuseppe Moschella (motivazione: "Per la
capacità di sottolineare, sia da attore che da regista, come dalla Sicilia si
muovano segnali sempre più aperti al cinema di qualità") saranno
premiati il 3 ottobre 2009 con un Premio alla Carriera durante la serata
di premiazione dell'Efebo d'Oro, giunto alla sua 31° edizione.
LA SICILIA
Emanuela Mulè, spot contro il bullismo
Cinema. L’attrice siciliana, che ha recitato nel film su Rita Atria, tra gli
interpreti di un progetto destinato alle scuole
EMANUELA MULÈ
Interpreta il ruolo del pubblico ministero, Ema-
nuela Mulè,
nel film "La siciliana ribelle" di Mar-
co Amenta, ispirato alla storia di Rita Atria, inter-
pretata dalla giovane Veronica d’Agostino. Nei
panni, della dottoressa Parsi, figura che rivela,
dietro l’oggettività e la professionalità del suo in-
carico, l’irrequieta paura e l’umana solidarietà
nei confronti di una ragazza di 17 anni, che sola
contro tutti, persegue fino alle estreme conse-
guenze il desiderio di giustizia. Dopo avere in-
dossato i panni di Cristina, donna senza scrupo-
li e arrivista ne "La baronessa di Carini",
l’eclet-
tica attrice siciliana si è confrontata con ruoli di-
versi accomunati dal tema mafioso. Nel film
breve di Giuseppe Moschella "L’avvoltoio" (pre-
miato al festival CortoFiction di Chianciano Ter-
me e con certificato di merito al Chicago Inter-
national Film Festival 07) la Mulé è una coraggio-
sa vittima dell’usura che si fapromotrice di una
ribellione contro il carnefice coinvolgendo le al-
tre donne del paese, mentre nella commedia
noir "Ferragosto", diretto da Moschella e di cui è
stata fatta una trasposizione teatrale che ha de-
buttato a Taoarte, Emanuela è Santina, una don-
na implacabile a capo di un losco affare. «Torna-
re a lavorare nella mia terra con un set tutto si-
ciliano ma con consolidate competenze profes-
sionali - spiega l’attrice - ha rappresentato un ul-
teriore e importante tassello del mio bagaglio
personale e artistico, soprattutto alla luce delle
precedenti esperienze artistiche maturate fuori
dalla Sicilia. Inoltre la componente emotivalega-
ta al film ha giocato un ruolo fondamentale:
prendere parte ad un film che s’ispira ad una
storia vera mi ha fatto amare subito il ruolo che
ho interpretato».
«Insieme al regista - prosegue - abbiamo discus-
so molto sulla chiave interpretativa del perso-
naggio e lui volevache venisse fuori quanto emer-
so durante provini, il suo pubblico ministero do-
veva infatti far trasparire dietro l’oggettività e la
compostezza dovuta alla sua veste la dimensione
di donna ferita, l’irrequieta paura e l’umana solida-
rietà nei confronti della protagonista. Ma non è la
prima volta che mi confronto con tematiche che
ruotano attorno alla dimensione mafiosa».
«Come progetti futuri - conclude - sarò la pro-
tagonista femminile del prossimo lavorodi Mo-
schella dal titolo ’U vattiu’, un battesimo un po’
particolare che ruota ancora una volta al com-
plesso mondo mafioso ma che tratta anche deli-
cate tematiche inerenti il nucleo familiare e il
tessuto sociale. Inoltre ho appena terminato di
girare come protagonista femminile uno spot
contro il bullismo, che rientra in una campagna
pubblicitaria comprendente anche la realizzazio-
ne di uno spot antimafia realizzata con i fondi
della Regione Siciliana. Il progetto verrà diffuso
nelle scuole».
L’AVVOLTOIO. Una volta lessi che Dio
volendo creare l’uomo perfetto, lo fece a propria immagine e somiglianza, ma
non gli diede l’immortalità, quindi la Sua fu una perfezione incompiuta..,ma lessi ancora che una perfezione incompiuta è
dinamica,… apre il ciclo della vita …è il futuro …morte e trasfigurazione, morte e resurrezione… le opere incompiute
mi hanno sempre incuriosito (Mozart,
Mahler, Schubert, Puccini, Michelangelo, Balzac, Marilyn Monroe.)…opere
perfette proprio perché incompiute.
Isabelle Miller
nel libro sul gusto
dell’imperfetto, a riguardo dice che
l’incompiuta più perfetta è la vita. Ho visto L’Avvoltoio… l’avrò visto
almeno cinque o sei volte tutte di seguito e tutte le volte sentivo che non doveva finire, sicchè nel premere il telecomando per ricominciare… ho ben capito che questo clik
non era altro che l’intervallo di tempo che segnava , una perfezione raggiunta
da una perfezione incompiuta.
L’avvoltoio al di là dei messaggi e dei
significati, è una bella opera di
poesia perchè trasparente, ricca di simboli e suggestioni senza sovrastrutture
o abusi di linguaggio. La musica di Spitaleri ha un sapore di fresco grecale,
l’esposto melodico dell’armonica di Milici è tanto discreto quanto soave, i
percussivi di Giovanni Apprendi, preludio
a danza, vanno a colorare l’incanto di un testo che poi…è silenzio! Valery diceva che la poesia è una esitazione
tra un senso un suono ed una visione…una chiesetta… una donna che prega… una
lampada accesa… sembra una canzone dell’orchestra Angelini degli anni 50! E poi
il colle…grande simbolo totemico…là
dove nasce e muore il sole!... Il
colle del
Golgota…. la collina di Spoon River.…l’ermo colle
dell’infinito... Ci sono diversi prodigi nel film, uno è che quando Francesca
con gesto deciso va a strappare da una chiesa diroccata tredici donne, tredici
supplici, prefiche, sacerdotesse, e infine giudici che con andare processionale
(perché un processo vanno a consumare) in un percorso da venerdì Santo,
giungono sul colle dell’uomo dal fiore in
bocca e percuotendo i loro poveri arnesi a chiedere ausilio agli spiriti
della terra affinché le riscattasse da un sopruso. L’altro prodigio sono gli occhi di Francesca … lei è, in quanto il
suo sguardo…occhi di opale e di pantera in agguato. I soldi volano via, sono le
penne dell’avvoltoio, penne che ricadono solo per ricoprire la fetida carcassa del rapace… ancora la collina, il
colpevole legato e imbavagliato! Ecco… è qui che Moschella mi ha dato lo strappo!!! mi sarebbe piaciuto immaginare
che l’avvoltoio risorto dalle proprie ceneri volasse a mangiare il fegato di
questo Prometeo distorto, non portatore
di fuoco e di luce, ma di angoscia e di
tenebra ….fuoco e angoscia, luce e tenebra! C’è tutto l’ intervallo che separa un dolore da una speranza, un
rimorso da una illusione, una perfezione raggiunta da una perfezione
incompiuta.
Mario
Modestini